Il patrimonio edilizio italiano è caratterizzato, in molti casi, da fabbricati di natura condominiale
caratterizzati, su larga scala, da unità immobiliari ad uso abitativo. Molte di queste unità immobiliari presentano impianti di riscaldamento di tipo autonomo.
Le suddette unità immobiliari sono spesso provviste di caldaie murali a gas a dette a camera aperta e tiraggio naturale (tipo “B1”) che scaricano i gas prodotti dalla combustione in canne fumarie di tipo collettivo ramificate. Queste canne fumarie sono costruite con elementi in calcestruzzo vibrocompresso e canalizzano i fumi di combustione oltre la copertura dello stabile dove c'è l'evacuazione degli stessi.
Queste canne fumarie hanno un doppio canale interno (vedendo una videoispezione, si notano due condotti che corrono in parallelo) e, ad ogni piano, nel condotto secondario di pertinenza vengono immessi i fumi dalla caldaia dell'unità interessata. Il condotto secondario è, a sua volta, collegato al condotto primario dove vengono canalizzati i fumi dopo una quota corrispondente all’altezza di un piano.
Ciò avviene per tutti i piani, ad eccezione dell’ultimo, dove, solitamente, il condotto secondario sfocia direttamente a comignolo senza confluire nel primario.
Con il passare degli anni, queste canne fumarie si sono dimostrate inadeguate al corretto e sicuro smaltimento dei prodotti di combustione, a seguito dell’aumento di rendimento degli apparecchi ad esse collegati infatti, le nuove caldaie di tipo "B1" sono caratterizzate da una produzione di fumi meno caldi e più pesanti di quelli generati dagli apparecchi più datati.
Inoltre, a partire dal 1993, si iniziò a dotare le caldaie di tipo “B1” di un dispositivo di sicurezza contro il ritorno dei gas combusti in ambiente: l’intervento di questo dispositivo segnala problemi di tiraggio della canna fumaria.
A seguito delle prime situazioni gravi, si pose rimedio, nella maggior parte dei casi, installando canne fumarie esterne, adatte sia alle caldaie di tipo “B1” sia ai nuovi generatori a camera stagna e tiraggio forzato (di tipo “C tradizionale”, dette anche “turbo”). La diffusione delle canne fumarie esterne è stata notevole a seguito dell'entrata in vigore della Legge n. 46/90 (norme per la sicurezza degli impianti) la quale impose negli edifici civili l’adeguamento degli impianti a gas per uso domestico, di cui le canne fumarie sono parte integrante.
Successivamente, nel 2000, la norma UNI 10845, subordinò il mantenimento in funzione delle canne fumarie di tipo collettivo ramificate al rispetto del requisito di idoneità (insieme di tenuta, caratteristiche strutturali, funzionalità).
Dopo anni in cui gli interventi di adeguamento (condotti esterni, intubamenti, rivestimenti) hanno visto protagoniste le caldaie di tipo “C tradizionali” (“turbo”), oggi siamo nella condizione in cui:
P.s. ad oggi le caldaie di tipo “C tradizionali” dette “turbo”, non sono più prodotte. I generatori impiegati sempre più sono le caldaie di tipo “C a condensazione”.
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